Cdm, approvato il ddl di riforma della Rai
Il Consiglio dei ministri ha approvato il Ddl di riforma della Rai. Un Cdm breve, durato poco meno di un'ora e mezza e in cui l'esecutivo ha disegnato il futuro dei vertici di viale Mazzini. Nel disegno dell'esecutivo l'attuale governance della Rai verrà sostituita da un Consiglio d'amministrazione con 7 membri e un amministratore delegato con poteri rafforzati. Per quanto riguarda le nomine i membri del CdA dovrebbero essere eletti due dalla Camera, due dal Senato, due dal Tesoro (uno dei quali indicato come ad) e l'altro dai dipendenti. Ad illustrare la riforma è stato direttamente il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha sottolineato i nuovi poteri dell'ad, intesi come maggiore responsabilità nel guidare l'azienda di servizio pubblico televisivo.
Parole d'ordine quindi, secondo il premier, sono riduzione del Cda, una Vigilanza che controlla e un ad che gestisce la Rai senza dipendere dalla politica e dai partiti. In prospettiva Renzi ha ipotizzato che la sua idea sarebbe quella di una Rai dove il canone venga pagato dalla fiscalità generale e non dai cittadini. Un discorso però che lo stesso premier ha rinviato al futuro perché in questo caso cambierebbe anche il sistema pubblicitario. Per quanto riguarda i tempi tocca adesso al Parlamento, ha ribadito Renzi, valutare il ddl altrimenti "se non sarà possibile approvarla nomineremo il nuovo Cda con la Gasparri".