Delitto Nemtsov, confessa uno dei sospettati
Sono in tutto cinque le persone sospettate di essere coinvolte nell'assassinio dell'oppositore russo Boris Nemtsov. Uno di loro ha confessato. Un sesto sospettato, invece, si è fatto saltare in aria con una granata dopo essere stato accerchiato dalla polizia a Grozny. Braccato dagli agenti in un appartamento della capitale cecena, l'uomo avrebbe prima lanciato un ordigno contro i poliziotti. Poi, quando gli hanno intimato di arrendersi, si sarebbe ucciso. I tre nuovi sospetti sono Shagit Gubashev, fratello di Anzor Gubashev e cugino di Zaur Dadayev (i primi due arrestati come presunti killer) e altre due persone identificate come Ramzat Bakhaev e Tamerlan Eskerkhanov. ''I tre negano il loro legame con il crimine ma abbiamo prove della loro responsabilità, comprese quelle medico-legali e le deposizioni dei testimoni", ha spiegato un investigatore alla corte.
Intanto il ceceno Zaur Dadayev ha confessato il suo coinvolgimento nel delitto: lo ha reso noto il giudice, Natalia Mushnikova, che ha confermato il suo arresto fino al 28 aprile. Confermato anche l'arresto dell'altro presunto esecutore materiale Anzor Gubashev, che si è dichiarato non colpevole. Un omicidio commesso per motivi di denaro, connesso con la rapina, l'estorsione o il banditismo: è l'accusa annunciata in tribunale in relazione alla convalida degli arresti dei cinque sospetti per la morte di Nemtsov. Il codice prevede pene fino all'ergastolo. L'oppositore Ilià Iashin si chiede su Twitter se Zaur Dadayev non sia "lo stesso che è stato decorato con la medaglia al merito da Putin". Il sito del governo ceceno, filo Cremlino, indica che nell'ottobre 2010 questo riconoscimento è stato attribuito a un certo "sergente Zaur Dadayev", della 46/a brigata delle truppe interne in Cecenia. Difficile si tratti di un'omonimia dopo le rivelazioni della madre di Dadayev e la conferma del consiglio di sicurezza.