Tangenti Ischia, il sindaco si dimette dal carcere. D'Alema sarà sentito dal pm
Il sindaco di Ischia, Giuseppe "Giosi" Ferrandino, arrestato lunedì nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte tangenti legate alla metanizzazione dell'isola, si è dimesso. L'atto è stato formalmente presentato al municipio di Ischia da Genny Tortora, difensore dell'esponente del Pd. Il documento è stato scritto di proprio pugno dallo stesso Ferrandino, detenuto nel carcere di Poggioreale. ''Straconvinto della mia innocenza - scrive - accusato di aver favorito la cooperativa rossa Cpl in cambio di 330mila euro e altre utilità, mi dimetto per potermi difendere libero da vincoli e ruoli istituzionali".
Intanto, l'inchiesta della procura di Napoli è destinata ad allargarsi: parte degli atti saranno trasmessi ad altri uffici giudiziari. Si tratta delle carte su presunte irregolarità riguardanti appalti assegnati alla cooperativa Concordia, diversi da quelli su cui indagano i magistrati della procura partenopea, con ipotesi di reato venute alla luce nel corso delle indagini sulla metanizzazione a Ischia, ma dei quali dovranno occuparsi, per competenza territoriale, altre procure. Massimo D'Alema potrebbe essere invece interrogato in qualità di persona informata sui fatti. La testimonianza dell'ex presidente del Consiglio, a quanto si è appreso, dovrebbe chiarire uno dei punti cruciali dell'indagini; i rapporti che la cooperativa Cpl Concordia ha intessuto con gli ambienti della politica e della pubblica amministrazione.