Conti sospetti confraternita commissariata
Contabilità «sospetta», è scattato il commissariamento per la confraternita di Santa Caterina. Lo ha deciso il vescovo della diocesi Nocera-Sarno Giuseppe Giudice, che ha nominato Antonio Lanzione. Obiettivo, risolvere la vicenda dei loculi e delle nicchie per i quali sarebbero stati corrisposti acconti in cambio di una consegna mai avvenuta. Il vescovo punterebbe a fare chiarezza sulla gestione degli ultimi dieci anni affidata al priore Pasquale Zenna, che ha seguito le attività della congrega fino al 2015. Una situazione che accomuna Angri a Nocera Inferiore dove a Lanzione è stata affidata tre giorni fa l'arciconfraternita del santissimo Rosario di Materdomini, dopo un primo commissariamento ricoperto da Giovanni Selvino, che rassegnò le dimissioni senza essere riuscito a far andare in porto il progetto.
Selvino fu nominato per sostituire il priore Giovanni Pagano. Durante la sua gestione numerosi fedeli avrebbero lamentato di aver corrisposto le quote per la concessione dei loculi, arrivando a pagare fino a 20mila euro, senza ricevere nulla in cambio. Ad Angri, invece, l'arciconfraternita di Santa Caterina è stata esclusa dalla commissione di gara istituita nel 2013 dal Comune per affidare l'appalto degli ossari. Ad aggiudicarsi la gara fu fondazione Reale arciconfraternita, che offrì all'ente 200 cellette di 1,80 metri rispetto alle 92 di 2,20 metri proposte da Santa Caterina. Il bando, indirizzato a congreghe e confraternite, prevedeva la concessione di una superficie di 290 metri nella zona nord del camposanto senza fissare rigidi paletti sui requisiti, che i partecipanti avrebbero dovuto possedere al momento della presentazione della domanda.
Così arenato il primo progetto, la confraternita ha ripiegato su un suolo di proprietà demaniale a ridosso dei porticati dove avrebbe dovuto realizzare 114 loculi di cui 14 da cedere al Comune. Ma i lavori, partiti a settembre del 2013, furono immediatamente fermati dagli addetti dell'ufficio Patrimonio, che con documenti alla mano dimostrarono che gli archi interessati dagli interventi erano di proprietà del Comune. Da allora il progetto è fermo al palo e nessuna variante è approdata in consiglio comunale mentre con una recente delibera la giunta Ferraioli ha deciso di revocare la manifestazione di interesse del 2011 per la realizzazione di 4mila loculi. All'avviso hanno aderito trecentonovantasei utenti, quaranta dei quali hanno chiesto il rimborso dell'acconto versato perché l'opera è rimasta in stand-by.
Nel mirino del commissario Lanzione, che ultimata l'attività ispettiva dovrà consegnare tutta la documentazione al vescovo, sarebbero finiti oltre ai loculi anche le prorietà della congrega. Dagli accertamenti effettuati sarebbe infatti emerso che la confraternita diporrebbe di numerosi fondi ceduti ai braccianti per essere coltivati, sui quali sarebbero state chieste e poi ottenute concessioni edilizie per attività industriali e commerciali.
Fonte: Il Mattino di Salerno dell'8 aprile 2016