Caporale vittima di uranio impoverito, il dossier inviato alla procura militare

Pubblicato il da Roberta Salzano

Il caso di Antonio Attianese arriva sul tavolo della procura militare di Roma. È stata la commissione parlamentare di inchiesta a decidere all'unanimità di trasmettere gli atti prodotti dall'ex ranger del quarto reggimento alpini paracadutisti. Il presidente Giampiero Scanu aveva anticipato durante l'audizione del 15 marzo, che se fossero stati ravvisati profili di natura penale, la commissione si sarebbe rivolta alla magistratura. In quella circostanza, il 38enne originario di Sant'Egidio del Monte Albino accompagnato dalla moglie Maria ha ripercorso un calvario lungo 13 anni, trascorsi tra assistenza negata e minacce ricevute dai propri superiori. In merito a quest'ultimo retroscena, Antonio ha fornito documenti e cinque file audio. Dopo aver partecipato a due missioni in Afghanistan (a Kabul per Isaf da maggio a settembre 2002 e a Khost per Enduring Freedom da febbraio a maggio 2003) il caporal maggiore si è ammalato di tumore alla vescica per «esposizione a un inquinamento ambientale contenente polveri di acciaio e tungsteno», il metallo pesante presente nelle munizioni. 

Si è sottoposto a 35 interventi chirurgici e ora sta seguendo un ciclo di cure sperimentali. «Per il rispetto che ho dello Stato che ho servito non potevo più tacere su quanto mi è accaduto - ha spiegato Antonio - Lo faccio non solo per me, ma per tutte le altre vittime che per timore e reticenze non riescono ancora ad ottenere giustizia. La notizia che la Procura si occuperà del mio caso, che purtroppo non è l'unico, è di sicuro un passo importante verso la verità».

La commissione ha inoltre proposto all'ufficio di presidenza l'audizione dei generali Mosca Moschini e Mario Arpino, rispettivamente capo di stato maggiore della Difesa e dell'Esercito quando è scoppiato il caso dell'uranio impoverito. Antonio non è stato monitorato, come prevede la circolare 65/84 dello stato maggiore dell’Esercito, gli è stato negato l'equo indennizzo perché l'ufficio non ha presentato la domanda entro sei mesi dalla conoscibilità della patologia e la causa di servizio è ferma al tribunale militare di Roma da 10 anni. 

Il Mattino di Salerno del 25 marzo 2017

Antonio Attianese

Antonio Attianese

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