Gli alpini «Giustizia per il militare malato»

Pubblicato il da Roberta Salzano

Si è conclusa due giorni fa a Sant'Egidio del Monte Albino la marcia della solidarietà, organizzata dall'associazione Assoranger per Antonio Attianese. L'ex ranger del quarto reggimento alpini paracadutisti, malato di tumore alla vescica, per essere venuto a contatto con l'uranio impoverito in seguito a due missioni in Afghanistan tra il 2002 e il 2003. Sulle spalle tredici anni di calvario tra assistenza negata, scontro di carte bollate col ministero della Difesa e il tribunale militare di Roma, e ben 35 interventi chirurgici. Per sensibilizzare le istituzioni e far conoscere la storia di Antonio, i colleghi hanno attraversato lo stivale partendo dalle Valle d'Aosta.

Alla marcia hanno aderito anche amici e cittadini grazie alla campagna di sensibilizzazione lanciata sui social network, con l'hashtag #Nessunorimaneindietro #GiustiziaperAttianese. L'Inno di Mameli e le bandiere tricolori hanno scandito l'ultimo tratto del percorso al quale ha partecipato commosso tutto il quartiere. Presenti anche il sindaco Nunzio Carpentieri e il consigliere regionale Alberico Gambino. I militari hanno macinato chilometri fino all'abitazione di Antonio con la paura nel cuore, dopo il peggioramento delle condizioni di salute che hanno richiesto il ricovero d'urgenza all'ospedale Gemelli di Roma. Una settimana difficile, che non è riuscita però a scalfire il coraggio e la determinazione di Antonio e della moglie Maria.

A marzo il caso del 38enne è approdato sul tavolo della procura militare di Roma alla quale la commissione parlamentare di inchiesta ha deciso all'unanimità di trasmettere gli atti prodotti dall'ex ranger, che ha denunciato minacce da parte dei superiori. Non è stato monitorato, come prevede la circolare 65/84 dello stato maggiore dell’Esercito, gli è stato negato l'equo indennizzo perché l'ufficio non ha presentato la domanda entro sei mesi dalla conoscibilità della patologia e la causa di servizio è ferma al tribunale militare di Roma da 10 anni. Uno spiraglio potrebbe arrivare dalla recente sentenza della Corte dei Conti, che in appello ha riconosciuto il nesso tra il cancro e l'esposizione all'uranio impoverito e il diritto per il soldato malato alla pensione privilegiata.

Il Mattino di Salerno del 30 maggio 2017

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