Beni confiscati: Ferraioli si tira fuori, ma su Mainardi pende la decadenza

Pubblicato il da Roberta Salzano

Sul consigliere leghista Antonio Mainardi pende la decadenza; la procedura è stata attivata dalla procura della Repubblica di Salerno ai sensi della legge Severino. La notizia è piombata come un fulmine a ciel sereno durante il consiglio comunale di venerdì sera quando dai banchi dell'opposizione Luigi D'Antuono ha mostrato un documento del 20 novembre scorso. L'occasione: l'acquisizione al patrimonio dell'ente di piazza Crocifisso di due beni confiscati al clan Fontanella in via Stabia e a Corso Vittorio Emanuele. D'Antuono ha riservato dure stilettate al sindaco, Cosimo Ferraioli, destinatario della nota della procura di Salerno mai trasmessa all'organo consiliare - diversamente da come prevede l'articolo 10 della legge Severino - e per questo motivo colpevole di una grave omissione. La procedura è stata attivata dalla Procura nei confronti del consigliere Mainardi, dopo che è diventato definitivo il provvedimento di confisca di alcuni beni a lui intestati.

LA FAMIGLIA

Provvedimento analogo ha raggiunto il padre e i familiari di Mainardi, perché gli immobili oggetto di confisca sono provento di usura e attività illecita. D'Antuono ha posto l'accento sull'aspetto «morale ed etico» della vicenda, che rischia di avere ripercussioni sull'immagine della città. Il primo cittadino ha risposto piccato che «gli accertamenti competono agli organi di competenza come Procura e Prefettura». 

Mentre Mainardi ha sostenuto «l'estraneità sua e della sua famiglia dalla vicenda», ribadendo che non farà un passo indietro perché siede tra i banchi dell'assise in rappresentanza degli elettori che lo hanno sostenuto. Poi ad animare la querelle in aula è stato il regolamento di edilizia urbanistica, approvato sei mesi dopo il via libera al Puc. Pasquale Mauri ha chiesto di fare chiarezza riguardo le modalità di calcolo dei confini tra i fabbricati, per evitare la discrezionalità degli uffici. Eugenio Lato ha invece puntato il dito contro la decisione dell'amministrazione Ferraioli di fissare a 150 metri la distanza minima delle sale da gioco da chiese e scuole, e rimarcato il mancato rispetto da parte dei costruttori degli spazi privati a uso pubblico, da cedere alla comunità. Sotto accusa infine l'impossibilità prevista dal regolamento di denunciare abusi edilizi in forma anonima. Ma gli emendamenti delle opposizioni sono stati tutti bocciati ed è stata bagarre.  
 
Il Mattino di Salerno del 30 dicembre 2018
Beni confiscati: Ferraioli si tira fuori, ma su Mainardi pende la decadenza

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