Area ex Mcm, Sinistra per Angri a Ferraioli: ''Fermare la colata di cemento''
Case nelle ex Mcm, chiesta la sospensione temporanea della delibera di consiglio comunale del 9 aprile. La proposta è stata formulata da «Possiamo Sinistra per Angri» all'amministrazione Ferraioli durante il summit organizzato nella sede dell'Officina delle Idee. L'obiettivo del gruppo che fa riferimento a Pina D'Antuono, candidato sindaco alle amministrative di maggio, è scongiurare l'ultima colata di cemento nell'area di via Nuove Cotoniere e istituire un comitato che mantenga alta l'attenzione sul tema. Nel mirino del gruppo il provvedimento con il quale l'ex amministrazione Mauri ha dato il via libera alla costruzione di 147 nuovi alloggi. «Abbiamo avviato un tavolo di confronto con la proprietà, per valutare una soluzione alternativa», ha detto il sindaco Cosimo Ferraioli.
Ad animare la diatriba tra maggioranza e opposizione in consiglio comunale era stata l'applicazione all'area dell'ex Mcm dell'art. 7 comma 6 della legge regionale 19/09 «Governo del territorio e piano casa» perché - come indicato dall'architetto Salvatore Visone nella relazione tecnica inviata all'ente di piazza Crocifisso - potrebbe configurarsi come area «compromessa», «abbandonata» e «dismessa». Mentre secondo i comma 5 e 5 bis dello stesso articolo le attività di produzione devono essere cessate almeno tre anni prima dell'entrata in vigore della legge. Ovvero entro il 2006. In cantiere la realizzazione di 147 alloggi, dei quali sette saranno ceduti dal privato al Comune, verde, parcheggi e attrezzature pubbliche, con la possibilità di effettuare cambi di destinazione d'uso per fini abitativi di immobili destinati a ospitare uffici e residenze. Sul recupero dell'area delle ex Mcm è stato presentato anche un esposto al ministero per i Beni e le attività culturali e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per verificare che il Comune o il privato abbia richiesto l'autorizzazione paesaggistica e il parere della Soprintendenza per i beni culturali di Salerno.
Fonte: Il Mattino di Salerno del 21 ottobre 2015