Soget - Notifiche inesistenti, inchiesta della Procura: nel mirino il direttore generale
Ingiunzioni di pagamento contenenti notifiche inesistenti, la procura della Repubblica di Nocera Inferiore ha aperto un fascicolo di inchiesta a carico di Gaetano Monaco, direttore generale e responsabile del procedimento della Soget spa, per falso ideologico e concorso in reato. Dopo la querela presentata da un cittadino contro il legale rappresentante della società e il comune di Angri. I fatti risalgono allo scorso luglio quando il contribuente è stato raggiunto da una ingiunzione di pagamento, relativa alla Tarsu che non sarebbe stata corrisposta dal 2008 al 2012, per un importo di 700 euro. Da lì la decisione di contestare l'atto, presentando ricorso alla commissione tributaria di Salerno a novembre dell'anno scorso.
Sotto accusa è finita la legittimità dell'ingiunzione prodotta dalla Soget, alla quale il comune di Angri ha affidato ad aprile del 2011 le attività di accertamento e riscossione dei tributi Ici e Tarsu - terminate il 31 dicembre 2013 dopo l'alt della commissione europea - la mancata sottoscrizione dell'ingiunzione da parte di un funzionario interno, gli errori che sarebbero stati commessi per il calcolo dell'importo da corrispondere e la validità della notifica. Secondo il contribuente, difeso dal legale Ettore De Rosa, la notifica non sarebbe mai avvenuta, con la conseguenza che sarebbe stato leso il suo diritto di difesa. La quarta sezione della commissione tributaria ha accolto il ricorso presentato dal contribuente, riconoscendo la mancata notifica dell'atto di ingiunzione e respingendo le deduzioni prodotte dai legali della società pescarese. Secondo la Soget, che ha chiesto il rigetto del ricorso, la notifica dell'avviso di accertamento sarebbe avvenuta a mezzo posta e non sarebbe stato ritirato dal destinatario fino alla «compiuta giacenza».
Una modalità di notifica, quest'ultima, che sta accompagnando la nuova ondata di ingiunzioni di pagamento inviate a cittadini e aziende. Alle richieste di chiarimento, pervenute nei giorni scorsi agli uffici Soget al piano terra del Comune, gli addetti ai lavori hanno risposto, che gli atti si intendono notificati per «compiuta giacenza». Anche se la data esibita dal personale in molti casi non coinciderebbe con quella indicata nel prospetto allegato all'ingiunzione di pagamento. La sentenza della quarta sezione rischia quindi di fare da apripista a una nuova sfilza di ricorsi mentre la battaglia dei gruppi conservieri si trasferisce davanti al Tar di Salerno, per chiedere l'annullamento della delibera di consiglio comunale del 29 settembre scorso. Il provvedimento con il quale è stato approvato il regolamento per l'applicazione della Tari, istituirebbe un regime di assimilazione che costringerebbe le industrie conserviere, che sono già tenute a smaltire in proprio i rifiuti prodotti nelle aree di lavorazione, a corrispondere al Comune anche la tassa per lo smaltimento dei materiali speciali.
Fonte: Il Mattino di Salerno del 12 aprile 2015