Marò, l'India: ''Non è ammissibile la richiesta sul rientro di Girone''
Per l'ambasciatore Francesco Azzarello, agente del governo italiano nell'udienza al Tribunale arbitrale che si è aperta all'Aja, il marò Salvatore Girone "deve essere autorizzato a tornare a casa fino alla decisione finale dell'arbitrato''. Il procedimento arbitrale sul caso infatti "potrebbe durare almeno tre o quattro anni" e Girone rischia di rimanere "detenuto a Delhi, senza alcun capo d'accusa per un totale di sette-otto anni". Girone, ha aggiunto l'ambasciatore, "è costretto a vivere a migliaia di chilometri dalla sua famiglia, con due figli ancora piccoli, privato della sua libertà e dei suoi diritti. Il danno ai suoi diritti - ha sottolineato - riguarda l'Italia, che subisce un pregiudizio grave e irreversibile dal protrarsi della sua detenzione, e dell'esercizio della giurisdizione su un organo dello Stato italiano".
Il Tribunale arbitrale dell'Aja deve stabilire chi abbia la giurisdizione sul caso. L'Italia ha avanzato la richiesta di far rientrare in patria Girone, tuttora trattenuto in India, per tutta la durata del procedimento arbitrale sulla giurisdizione della vicenda che vede lo stesso Girone e l'altro marò Massimiliano Latorre accusati di aver ucciso due pescatori indiani al largo del Kerala, il 15 febbraio 2012. La sentenza è attesa tra circa 4 settimane. ''La richiesta italiana di far rientrare Girone in patria è inammissibile". E' quanto si legge nelle osservazioni scritte dell'India, depositate al Tribunale arbitrale il 26 febbraio e rese pubbliche in occasione della prima udienza. "C'è il rischio che Girone non ritorni in India nel caso venisse riconosciuta a Delhi la giurisdizione sul caso - prosegue il documento - Sarebbero necessarie assicurazioni in tal senso dall'Italia, che finora sono state insufficienti".