Operai senza stipendio, sit in davanti all'ex Elvea
Sit-in di protesta degli operai del gruppo Ar, impiegati nell'ex Elvea in corso Vittorio Emanuele ad Angri. Da giovedì scorso il personale ha incrociato le braccia, in attesa di risposte da parte della proprietà. Una situazione, che si trascina dallo scorso aprile quando le unità hanno dovuto fare i conti con il mancato pagamento degli stipendi (due mesi di arretrati ai quali si aggiunge la quattordicesima di giugno) e il rischio di vedersi tagliati fuori dallo stabilimento dopo quaranta anni di servizio.
«Dopo la chiusura dell'ex Ipa in via Buonconsiglio a Sant'Antonio Abate - raccontano gli operai in presidio - in quarantaquattro siamo stati collocati nell'ex Elvea per occuparci della produzione dei fondi dei barattoli e delle operazioni di etichettaggio. Ma sembra che la Princeps Ltd, l'azienda sotto il cui controllo è passato dal 2012 il gruppo Ar, che fa capo alla multinazionale Mitsubishi, abbia deciso di dirottare la lavorazione del pomodoro in un altro stabilimento. Con il risultato che in questo opificio la produzione è stata ridotta ai minimi termini e noi siamo senza stipendio».
«Abbiamo trascorso una vita in questa fabbrica - racconta un altro operaio - lavorando anche quando non ci pagavano e sostenendo i costi quotidiani per raggiungere l'impianto. Ora ci ritroviamo con un pugno di mosche in mano. Nessuno ha i requisiti per essere collocato in pensione e a sessant'anni rischiamo di trovarci senza un lavoro». Ma non è tutto. In una nota inviata agli inizi di settembre alle sigle sindacali, la proprietà ha messo nero su bianco, che non sarebbe stata capace di corrispondere la quattordicesima entro il 10 settembre perché «l'andamento anomalo della campagna in corso ci ha costretto a ridurre e posticipare le produzioni ampiamente programmate, non consentendoci di fatturare e incassare le somme previste per rispettare l'accordo con le maestranze». Intanto è atteso per domani un nuovo summit tra proprietà e sindacati per fare il punto della situazione. Gli operai chiedono tempi certi e prospettive, anche in vista del contratto che li vincolerebbe al gruppo fino al 2017.
Fonte: Il Mattino di Salerno del 28 settembre 2016
