Juncker apre alla flessibilità per la crisi dei migranti

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Il 15 ottobre, giorno di consegna delle bozze di bilancio, Bruxelles ha comunicato agli Stati membri dell'Ue che "applicherà la flessibilità sul patto di stabilità" per gestire la crisi dei migranti, perché "siamo di fronte ad una situazione di eccezionalità". Jean Claude Juncker ha scelto la plenaria del Parlamento Ue per annunciarlo. Ma il presidente della Commissione europera ha anche avvertito che la flessibiltà sarà "applicata paese per paese", purché siano dimostrati "sforzi straordinari".

Juncker ha sottolineto che "anche tra i grandi paesi c'è chi non fa sforzi sufficienti" e ha aggiunto che la Commissione rifiuterà la flessibilità ai governi "che non riescono a dimostrare i costi enormi sostenuti''. Le parole di Juncker sembrano un'apertura alla richiesta italiana di ottenere lo 'sconto' dello 0,2% del pil (circa 3 miliardi). Per ottenere la flessibilità, sarà comunque necessario compiere concreti "sforzi per un obiettivo comune". E nei palazzi di Bruxelles si fa notare che ad esempio l'Italia potrebbe aprire nuovi centri di accoglienza. In Italia, però, alcuni respingono le parole di Juncker: Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ha definito "una vergogna" la flessibilità per le spese a favore dell'emergenza rifugiati.

L'eurodeputato non ha preso la parola nel dibattito in aula a Strasburgo, ma ha attaccato appena uscito dall'aula. ''La Lega - ha spiegato - da anni chiede flessibilità per sostenere il lavoro e le pensioni, e per affrontare i disastri climatici che ci sono in Italia. Ci hanno sempre detto no. E ora si inventano la flessibilità solo per mantenere le spese per gli immigrati. Quindi è un'Europa che quando si tratta di immigrazione è molto attenta e spende molto. Quando si tratta delle altre persone che vivono e pagano in Europa, invece se ne frega".

Jean Claude Juncker

Jean Claude Juncker

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